giovedì 24 settembre 2020

Hokuto no ken- 北斗の拳 - Ken il guerriero

 Ed ora è il momento del ritorno del Nostalgico!

Quello che volevo recensire oggi è uno dei mostri sacri dell'animazione giapponese anni '80, ovvero quello che in Italia è noto ai più come Ken il Guerriero, per i mangofili Hokuto no Ken.

Contando più 100 episodi potrei chiudere la recensione dopo il titolo: nessuno non conosce la Divina Scuola dell'Hokuto. 

Nato come trasposizione animata dell'omonimo manga disegnato da Tetsu Hara (Keiji, Cyber Blue, ecc.)  e scritto da Yoshiyuki Okamura aka Buroson (Oh-Roh Den, King of Wolf, Japan, Heat, ecc.) e prodotto dalla famosissima Toei Animation (Sailor Moon, Dragon Ball, Slum Dunk, Tiger Man, ecc.), narra la storia ambientata in un futuro post apocalittico dove la violenza è tutto. Del peregrinare e della crescita a suo malgrado di Kenshiro, maestro della tecnica di Hokuto. 

In un primo momento il nostro protagonista, un uomo in un mondo di barbarie ancora in grado di sorridere e piangere per le cose che contano davvero, si metterà in viaggio per trovare la sua compagna Julia rapita da Shin ma successivamente la trama si diramerà verso un altro obbiettivo anche se Julia resterà sempre sullo sfondo. 

Con il passare degli episodi Ken incontra Burt e Lin i co-protagonisti che lo accompagneranno addirittura fino alla seconda serie. 

Burt una persona goliardica e gentile innamorato di Lin seguirà Ken nel suo lungo viaggio spesso e volentieri, cacciandosi nei guai pur di stare accanto a Lin.

Lin è una fanciulla innamorata di Kenshiro a cui hanno brutalmente assassinato la famiglia. Seguirà il protagonista ovunque con coraggio senza mai arrendersi. 


L'anime diretto da Toyoo Ashida, il quale magistralmente ha rielaborato - restando più fedele al manga possibile - la storia, creando un anime fluido che non smette mai di sorprendere chi lo vede replicando l'ambientazione dura e aspra del mondo post apocalittico alla perfezione. 

Il supporto dato da Masami Suda come character design supporta l'anime in tutto e per tutto: movimenti, aspetto... nulla è lasciato al caso. I personaggi risultano carismatici, ammalianti di primo livello.

Le due opening che si alternano nell'anime sono Ai wo Torimodose dei Crystal King e Silent Survivor dei Kodomo band. La prima carica ma non abbastanza per il contenuto dell'anime; la seconda risulta forse anche peggio, del tutto inadeguata, troppo lenta per l'anime. 

Per quanto riguarda le due ending Yuria...Forever dei Crystal King e Dry your Tears dei Kodomo. La prima risulta lenta, adeguata a rilasciare chi guarda l'episodio forse anche troppo, mentre la seconda risulta esageratamente ritmata per essere un'ending. 

In conclusione, credo sia davvero un anime leggendario come pochi lo sono: ha attraversato generazioni restando forse con una fama inalterata tenendo conto la fluidità nei movimenti di ogni personaggio assolutamente perfetta. 

Pur essendo un anime di combattimenti come ce ne sono tanti nessuno forse raggiunge un livello di movenze e precisione cosi alto come quello di Hokuto no Ken. Inoltre i personaggi sono cosi finemente disegnati, ogni muscolatura, ogni accessorio al posto giusto: sfido chiunque a dire che non è un capolavoro, oggi cosi non se ne vedono!


Consigliato *****

Nessun commento:

Posta un commento