venerdì 22 giugno 2018

Kōtetsujō no Kabaneri - 甲鉄城のカバネリ



Titolo Non Giapponese: Kabaneri the Iron Fortress 
Genere: Horror, Fantastico, Azione

Dopo un oav di fama mondiale voglio parlarvi di Kōtetsujō no Kabaneri, serie di 12 episodi ambientata in un futuro post apocalittico, prodotta dalla Wit Studio (L'impero dei corpi, Attacco dei Giganti, The Ancient Magus'Bride, etc.) e trasmessa in Giappone nel 2016.

L'anime diretto da Tetsuro Araki (Death Note, Attacco dei Titani, etc.) e sceneggiatura di Hiroshi Seko (Garo the animation, Kill la Kill, etc.), narra le vicende in un Giappone alle prese con una pandemia zombi che ha costretto gli abitanti a trovare riparo in "Stazioni" fortificate collegate da una complessa rete ferroviaria.

Fin qui la trama potrebbe sembrare banale, ma sin dal primo episodio ci si accorge che non è così: l'anime ci catapulta immediatamente nell'azione, introducendoci puntualmente nel mondo dominato dagli zombi.

Ambientazione e fotografia sono di prima qualità e rendono il susseguirsi degli episodi sempre più avvincente. 

L'ottima opening degli Egoist Kabaneri Of The Iron Fortress (op 1 Psycho Pass) è senza dubbio d'impatto e nel primo episodio viene rafforzata dalla non da meno Warcry degli mpi (interna). Di rilievo anche le due ending Grenzlinie di Cyua e Ninelie degli Aimer × chelly, le quali rendono gli episodi già esteticamente perfetti, di livello superiore.

I personaggi sono ben delineati con caratteristiche di ognuno ben distinti.
I protagonisti Ikoma, dapprima tecnico adibito alla manutenzione del treno corazzato, e "Mumei" personaggio all'inizio dei dodici episodi piuttosto misterioso, dall'aspetto di una normale ragazzina, risultano interessanti e di spessore.
Il Character Design di Haruhiko Mikimoto è da brivido, come ad esempio la scena (primo episodio) del sandalo di Mumei, assolutamente di una perfezione assoluta.


Il ritmo incalzante ed incessante ci catapulta in un mondo spaventoso e non privo di complotti ed evoluzioni mozzafiato che porta chi lo vede a domandarsi la terrificante domanda: "C'è speranza per l'umanità?".

Il finale aperto non danneggia un'opera nel complesso ben curata, in un periodo in cui gli anime di bassa qualità vanno per la maggiore, tenendo conto che non è supportato da un manga.
Assolutamente da vedere.


Consigliato *****

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